L’ occhio di Salgado ha capacità metafisiche, non è solo il medium per rappresentare la realtà. La suggestione, nel visionare la mostra di Salgado, è quella di una vertigine generata dalla bellezza che ti si presenta davanti senza mediazioni. Accade così che mentre osservo la fotografia di un fiume ho la fortuna di vivere una grazia: sono irretita dalla malia, e incapace di resistere catapultata nell’immagine da cui mi è impossibile evadere, la fuga mi è negata. Sento i piedi instabili e vedo la foresta che oscilla (è l’opera esposta che dondola?).. sono sulla canoa che percorre l’igapò. Ho bevuto l’Ayahuasca che mi ha messa in contatto con lo spirito della foresta e mi indica la strada.
Danzo sulla superficie dell’acqua remando lentamente, e il remare è una cerimonia magica; io e la canoa diventiamo una cosa sola. La foresta è verde che ondeggia proteso verso il cielo. È indicibile il sentimento che si prova entrando in questa foresta che sembra appena uscita dalle mani del Creatore. Addentrarsi nella palude fitta e impenetrabile, nel silenzio assoluto, è una discesa nel vortice e un’ascesa al cielo, è viaggiare ai primordi del mondo, quando la vegetazione era sovrana. Canto e la foresta mi rimanda il suo canto di fronde eterne. Respiro e assumo l’energia della foresta.
Ho navigato e poi ho camminato in una mattina nebbiosa tra i rami di queste piante secolari. Mi fermo, mi siedo accanto a un albero e gli racconto tutto. I miei piedi diventano radici che si aggrappano alla terra. Cresco e germoglio come un albero. Sento il vento che soffia e poi all’improvviso sento la pioggia che batte, l’acqua che lava la mia anima.
Sono uscita da una cascata e ho seguito l’arco di un arcobaleno, preghiera di luce nel cielo invaso da nuvole scure. Ho visto il mondo eclissarsi sulla montagna di notte, e la luce bianca dell’eternità distendersi sul fiume e su sottili lembi di terra.
Puoi vivere un sogno da sveglio passeggiando tra le opere esposte in questa mostra, e nella profezia della contemplazione, in silenzio, imparare come un indigeno lo sguardo estetico sul mondo e il sentimento cosmico nel quotidiano.